Esiti clinici nei pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento del segmento ST trattati con stent a rilascio di Everolimus rispetto a stent di metallo nudo
I dati sulla sicurezza e sull’efficacia degli stent a rilascio di farmaco di nuova generazione con follow-up a lungo termine, e in particolare nei pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento del segmento ST ( infarto STEMI ), sono scarsi.
Nello studio EXAMINATION, sono stati confrontati stent a eluizione di Everolimus ( EES ) con stent di metallo nudo ( BMS ) in una popolazione con infarto miocardico con sopraslivellamento ST.
Sono stati valutati i risultati a 5 anni della popolazione nello studio EXAMINATION.
Nello studio multicentrico EXAMINATION, effettuato in Italia, Spagna e Paesi Bassi, i pazienti con infarto miocardico con sopralivellamento del segmento ST sono stati assegnati in modo casuale a ricevere stent a rilascio di Everolimus o stent di metallo nudo.
I pazienti non conoscevano il trattamento assegnato.
A 5 anni, è stato valutato l'esito combinato di morte per tutte le cause, qualsiasi infarto miocardico, o qualsiasi rivascolarizzazione.
1.498 pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere stent medicato con Everolimus ( n=751 ) o stent di metallo nudo ( n=747 ).
A 5 anni, sono stati ottenuti i dati completi di follow-up clinico per 731 pazienti trattati con stent a rilascio di Everolimus e 727 trattati con stent di metallo nudo ( 97% di entrambi i gruppi ).
L'endpoint si è verificato in 159 pazienti ( 21% ) nel gruppo stent a rilascio di Everolimus rispetto a 192 pazienti ( 26% ) nel gruppo stent di metallo nudo ( hazard ratio, HR=0.80, P=0.033 ).
Questa differenza era guidata principalmente da un ridotto tasso di mortalità per qualsiasi causa ( 65, 9%, vs 88, 12%; P=0.047 ).
Questi risultati dovrebbero essere presi come punto di riferimento per la valutazione dei nuovi stent metallici a base di polimeri bioassorbibili o scaffold riassorbibili in pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento ST. ( Xagena2016 )
Sabatè M et al, Lancet 2016; 387: 357-366
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